a cura del Prof. Pietro Paolo CAMPA
La storia della maggior parte delle società nazionali di cardiologia, prende spunto, all’inizio di questo secolo, rispondendo ad una necessità culturale e pratica che si palesa anche grazie ai nuovi strumenti di diagnosi che consentono alla cardiologia di imporsi come disciplina autonoma.
Tale esigenza si manifestò innanzitutto con il fiorire di numerosi periodici legati esclusivamente alla cardiologia come l’ «Archives des Maladies du Coeur, des Vaissaux et du Sang », fondato da Henry Vaquez nel 1908. L’anno successivo, a cura di James Mackenzie e Tomas Lewis, vide la luce «Heart», il primo periodico in lingua inglese dedicato esclusivamente alla cardiologia, che in seguito continuerà con il prestigioso nome di «British Heart Journal».
In Italia, il Prof. Filiberto Mariani di Genova, fonda nel 1916 il periodico «Le Malattie del Cuore e dei Vasi»
( Editore Luigi Pozzi). Nel 1920 è chiamato a dirigerlo il Prof. Vittorio Ascoli con la redazione del Prof. Cesare Pezzi. Successivamente, nel 1932 il periodico che ne frattempo aveva assunto la denominazione di «Cuore e circolazione» riceve un forte impulso dalla direzione del Prof. Cesare Frugoni coadiuvato da Cesare Pezzi come redattore capo.
Il sempre più vivo interesse per gli argomenti cardiologici spinse nel 1935 alcuni dei nostri più illustri studiosi a costituire un «Gruppo Cardiologico Italiano» sull’esempio di quanto già avvenuto in altri paesi. (Nel 1924 P. White aveva fondato l’«American Heart Association»).
Il comitato promotore di questo gruppo era formato dai Proff.: Luigi Zoja, Cesare Frugoni, Domenico Cesa-Bianchi, Cesare Pezzi, Domenico Pace, Riccardo Segre, e il Segretario Dr. Buccianti. La prima riunione avvenne a Milano il 14 aprile del 1935 senza il Prof. Segre, che era deceduto nel frattempo.
Negli anni successivi il Gruppo si riunì regolarmente a Milano, poi la sua attività ebbe una battuta d’arresto, per l’esiguo numero dei componenti e per difficoltà economiche; in quegli anni la pubblicazione degli «Atti» delle precedenti riunioni trovò ospitalità su «Cuore e Circolazione».
Nel 1940, grazie alla munificenza del benemerito Dr. Giovanni Recordati, il «Gruppo Cardiologico Italiano» potenziò la propria attività congressuale e si diede il periodico «Folia Cardiologica» che per i successivi 15 anni divenne suo Organo Ufficiale.
Nel 1947 e precisamente l’8 giugno Cesa-Bianchi, Colombi, Frau , Puddu e Salvini proposero che in luogo della precedente denominazione di Gruppo si costituisse una società denominata «Associazione Italiana di Cardiologia» e dettarono delle norme statutarie senza, però, una loro registrazione legale. La attuale denominazione di «Società Italiana di Cardiologia» risulta registrata soltanto il 20 marzo 1956 dal Notaio Vesci in Roma e sottoscritta dagli allora componenti del Consiglio Direttivo tra i quali Luigi Condorelli (presidente) e Vittorio Puddu (segretario). Da allora la Società vide accrescere il suo prestigio riuscendo a coagulare intorno a sé l’interesse dei Cardiologi italiani e stranieri tenendo congressi a cadenza regolare e pubblicando autonomamente gli «Atti» congressuali e, come organo ufficiale della Società, un proprio «Bollettino». Negli anni ’80 il «Bollettino» si trasformò, durante la presidenza di Attilio Reale, che nel 1990 divenne anche Presidente della Società Europea di Cardiologia, in «Cardiologia» una rivista di più ampio respiro, citata nell’Index Medicus, e attualmente diffusa in tutto il mondo.
Attualmente la Società Italiana di cardiologia comprende nel suo seno anche sezioni regionali che riuniscono associati residenti od operanti nelle singole regioni o in regioni limitrofe nonché Gruppi di Studio, aperti anche ai non membri della Società, dedicati a raccogliere i cultori di aspetti particolari della cardiologia.